“Che le cose siano così,
non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando si tratta di
rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed
è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi, piuttosto che
agire”.
Oggi ricorre il 23esimo
anniversario della strage di Capaci, ove vennero vilmente assassinati Giovanni Falcone, sua moglie
Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro
e Vito Schifani. Uomini disposti a sacrificare la propria vita in nome
di un’idea, in nome del principio primo senza il quale nessuna società può reggersi
… La GIUSTIZIA.
La tenace
resistenza alla criminalità e l'incessante fedeltà ad altissimi valori morali
di questi magnanimi, non devono e non dovranno mai esser dimenticati, anzi, specialmente
in un grave periodo di crisi economica,
ma anche e soprattutto etico - spirituale come quello attuale, è vitale che il
loro esempio sia la nostra guida, il nostro retaggio e l’unico modo, seppur
doloroso e difficile, attraverso cui poter scorgere una nuova alba e rinascere.
"Perché una società vada bene, si muova nel
progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del
bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per
avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia
il suo dovere”.
Noi non vi dimenticheremo e faremo in modo che il vostro sacrificio non sia vano. Questa è una promessa e se non dovessimo onorarla, allora vorrà dire che meriteremo la prosecuzione dei soprusi e delle angherie che subiamo già oggi.
Nessun commento:
Posta un commento