sabato 23 maggio 2015

A 23 anni di distanza dalla strage di Capaci

“Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi, piuttosto che agire”.




Oggi ricorre il 23esimo anniversario della strage di Capaci, ove vennero vilmente assassinati Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani. Uomini disposti a sacrificare la propria vita in nome di un’idea, in nome del principio primo senza il quale nessuna società può reggersi … La GIUSTIZIA.

La  tenace resistenza alla criminalità e l'incessante fedeltà ad altissimi valori morali di questi magnanimi, non devono e non dovranno mai esser dimenticati, anzi, specialmente in un grave periodo di crisi  economica, ma anche e soprattutto etico - spirituale come quello attuale, è vitale che il loro esempio sia la nostra guida, il nostro retaggio e l’unico modo, seppur doloroso e difficile, attraverso cui poter scorgere una nuova alba e rinascere.

"Perché una società vada bene, si muova nel progresso,  nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere”.


Noi non vi dimenticheremo e faremo in modo che il vostro sacrificio non sia vano. Questa è una promessa e se non dovessimo onorarla, allora vorrà dire che meriteremo  la prosecuzione dei soprusi e delle angherie che subiamo già oggi.











Nessun commento:

Posta un commento